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lunedì 22 ottobre 2012

Salento, la terra del Sole, del Mare e del Vento!!


Otranto
Sì, lo ammetto, forse in questo post non potrò essere molto oggettiva visto che si parla della mia terra d'origine, ma concedetemi di dire che è davvero un posto meraviglioso!! Chiunque ci va in vacanza non vede l'ora di ritornarci e resta ammaliato dalla bellezza del suo mare, della sua spiaggia, della sua arte, dei suoi sapori e delle sue tradizioni. Il Salento è uno dei pochi posti in Italia in cui il sole sorge "dal mare" e tramonta "in mare", e inoltre, dal momento che Otranto è il punto più ad est dell'Italia, questa città è il luogo dove il sole sorge prima in assoluto (sì, è vero si tratta di una manciata di secondi, ma insomma anche questo ha il suo fascino, no?). Otranto si affaccia sul mare Adriatico ed è una delle mete più caratteristiche della costa orientale, per la bellezza delle sue spiagge e dei suoi paesaggi, ma anche per l'arte e i suoi monumenti. C'è il castello Aragonese, dal quale ci si difendeva quando i turchi attaccavano dal mare, che adesso è diventato un luogo molto suggestivo in cui si organizzano mostre ed eventi culturali.
Gallipoli
Sulla costa occidentale, quella bagnata dal Mar Ionio, troviamo tra le altre bellissime località, Gallipoli, una città molto affascinante, che presenta una parte "vecchia", quella storica, in cui si trovano bellissime chiese e che sembra quasi un isolotto collegato alla città "nuova" da un ponte e un piccolo pezzo di terra. Anche Gallipoli d'estate si riempie di vita e grazie alle sue baie e discoteche è meta ambita soprattutto per i turisti giovani.

Santa Maria di Leuca
Ma uno dei posti più caratteristici del Salento è senz'altro Santa Maria di Leuca, il punto più a sud del tacco italiano, dove i due mari si incontrano e dove è possibile visitare numerose grotte naturali e godere di paesaggi mozzafiato. 
Lecce
Gran parte del territorio salentino è in provincia di Lecce. Il capoluogo di provincia si trova più a nord ed è una città tutto sommato vivibile, non eccessivamente grande nè troppo caotica. Anche qui è possibile ammirare meravigliosi esempi di arte barocca, un antico anfiteatro romano e delle bellissime piazze.

Forse sarò anche di parte...ma è davvero una terra che resta nel cuore!!!



Tra le varie tradizioni del Salento una delle più note è la "pizzica", un ballo tradizionale che è tuttora studiato da molti antropologi e che ultimamente sta tornando molto di moda. Guarda questo video per vedere come si balla e per ascoltare il ritmo frenetico dei suoni che l'accompagnano:



Se vuoi approfondire la conoscenza di questa danza così particolare puoi visitare queso sito dulla taranta, scoprirai che si ricollega ad una tradizione ricca di simbolismo, mito e magia che ha radici profonde nell'identità e nella cultura di questa terra.

 E adesso mettiamoci alla prova:

-Clicca qui e prova a verificare la tua comprensione del post con la mappa interattiva del Salento!!

-Nel corso di questa unità didattica e grazie all'approfondimento di questo blog abbiamo scoperto parole nuove, proviamo a ricordarle con questo cruciverba.

mercoledì 17 ottobre 2012

Lavoriamo con le metafore e il linguaggio figurato

La "metafora" è una figura retorica utilizzata per rendere un certo concetto attraverso un'immagine in cui il vero significato non è quello "letterale" ma è realizzato dalla sua carica espressiva. Ad esempio, è una metafora l'espressione "Sei una volpe" in cui si paragona l'interlocutore ad una volpe per evidenziare che possiede determinate caratteristiche che sono proprie di questo animale, come ad esempio la sua furbizia. Si definisce spesso la metafora come una similitudine abbreviata. Se avessimo voluto esprimere lo stesso concetto dell'esempio precedente attraverso una similitudine avremmo infatti dovuto dire: "Sei furbo come una volpe". Tuttavia bisogna notare che il significato espresso da una metafora è più forte di quello espresso da una similitudine dal momento che nel secondo caso si ha un paragone, nel primo una vera e propria identificazione.

Per esercitarci con le metafore, ascoltiamo una canzone di uno dei più grandi cantautori della canzone italiana, Fabrizio de Andrè, un maestro nell'arte della parola che ha messo in musica vere e proprie poesie. La canzone che vi propongo è "Fiume Sand Creek", che narra il triste massacro di una tribù di indiani da parte di un colonnello americano, insignito per questo ed altri "meriti" di varie onoreficienze venendo eletto poi al senato degli Stati Uniti.


Come potete notare, non è semplice comprendere il significato di questa canzone solo attraverso l'ascolto, proprio perché il linguaggio usato è altamento figurato. Vi riporto quindi il testo completo della canzone, sul quale lavoreremo per capire meglio il contenuto.

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini giocano nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek


Cerchiamo di comprendere meglio il significato attraverso i seguenti esercizi:


martedì 16 ottobre 2012

La strada che non andava in nessun posto

Voglio adesso proporvi delle attività basate su questa bellissima favola scritta da Gianni Rodari e contenuta nella sua opera "Favole al telefono". Pur essendo un testo rivolto principalmente a un pubblico di bambini, gli adulti, leggendola, possono cogliere il suo significato profondo sul quale poi faremo le nostre considerazioni personali. Intanto vi riporto il testo e vi auguro buona lettura!!

All'uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto. 
Martino lo sapeva perché l'aveva chiesto un po' a tutti e da tutti aveva avuto la stessa risposta:
  -Quella strada lì? Non va in nessun posto, è inutile camminarci.
  -E fin dove arriva?
  -Non arriva da nessuna parte.
  -Ma allora perché l'hanno fatta?
  -Non l'ha fatta nessuno, è sempre stata lì.
  -Ma nessuno è mai andato a vedere?
  -Sei una bella testa dura: se ti diciamo che non c'è niente da vedere...
  -Non potete saperlo, se non ci siete stati mai.
 Era così ostinato che cominciarono a chiamarlo Martino Testadura, ma lui non se la prendeva e continuava a pensare alla strada che non andava in nessun posto. 
Quando fu abbastanza grande da attraversare la strada senza dare la mano al nonno, una mattina si alzò per tempo, uscì dal paese e senza esitare imboccò la strada misteriosa e andò sempre avanti. Il fondo era pieno di erbacce, ma per fortuna non pioveva da un pezzo, così non c'erano pozzanghere. A destra e a sinistra si allungava una siepe, ma ben presto cominciarono i boschi. I rami degli alberi si intrecciavano al di sopra della strada e formavano una galleria oscura e fresca, nella quale penetrava solo qua e là qualche raggio di sole a far da fanale. 
Cammina e cammina, la galleria non finiva mai, la strada non finiva mai, a Martino dolevano i piedi,e già cominciava a pensare che avrebbe fatto bene a tornarsene indietro quando vide un cane.
"Dove c'è un cane c'è una casa - rifletté Martino, - o per lo meno un uomo".
Il cane gli corse incontro scodinzolando e gli leccò le mani, poi si avviò lungo la strada e ad ogni passo si voltava per controllare se Martino lo seguiva ancora.
- Vengo, vengo, - diceva Martino, incuriosito. Finalmente il bosco cominciò a diradarsi, in alto riapparve il cielo e la strada terminò sulla soglia di un grande cancello di ferro.
Attraverso le sbarre Martino vide un castello con tutte le porte e le finestre spalancate, e il fumo usciva da tutti i comignoli, e da un balcone una bellissima signora salutava con la mano e gridava allegramente:
- Avanti, avanti, Martino Testadura!
- Toh, -si rallegrò Martino, -io non sapevo che sarei arrivato, ma lei sì.

Spinse il cancello, attraversò il parco ed entrò nel salone del castello in tempo per fare l'inchino alla bella signora che scendeva dallo scalone. Era bella, e vestita anche meglio delle fate e delle principesse, e in più era proprio allegra e rideva:
- Allora non ci hai creduto.
- A che cosa?
- Alla storia della strada che non andava in nessun posto.
- Era troppo stupida. E secondo me ci sono anche più posti che strade. 
- Certo, basta aver voglia di muoversi. Ora vieni, ti farò visitare il castello.


C'erano più di cento saloni, zeppi di tesori d'ogni genere, come quei castelli delle favole dove dormono le belle addormentate o dove gli orchi ammassano le loro ricchezze. C'erano  diamanti, pietre preziose, oro, argento, e ogni  momento la bella signora diceva: 
- Prendi quello che vuoi. Ti presterò un carretto per portare il peso.
Figuratevi se Martino si fece pregare. Il carretto era ben pieno quando egli ripartì. A cassetta sedeva il cane, che era un cane ammaestrato e sapeva reggere le briglie e abbaiare ai cavalli quando sonnecchiavano e uscivano di strada.
In paese, dove l'avevano già dato per morto, Martino Testadura fu accolto con grande sorpresa. Il cane scaricò in piazza tutti i suoi tesori, dimenò due volte la coda in segno di saluto, rimontò a cassetta e via, in una nuvola di polvere. Martino fece regali a tutti, amici e nemici, e dovette raccontare cento volte la sua avventura, e ogni volta che finiva qualcuno correva a casa a prendere carretto e cavallo e si precipitava giù per la strada che non andava in nessun posto.
Ma quella sera stessa tornarono uno dopo l'altro, con la faccia lunga così per il dispetto: la strada, per loro, finiva in mezzo al bosco, contro un fitto muro d'alberi, in un mare di spine. Non c'era più né cancello, né castello, né bella signora. Perché certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova, e il primo era stato Martino Testadura.


Ed ora mettiamoci a lavoro per riflettere su ciò che abbiamo letto:

Morale della favola

Ricostruiamo la storia

Invito alla lettura 
 

lunedì 15 ottobre 2012

Perché l'Italia è molto più che spaghetti, pizza e mandolino...



Quale modo migliore di aprire il blog sulla lingua del sole se non parlando della terra del sole? ;-) Il nostro "Bel Paese" purtroppo sta vivendo un momento difficile e sta pagando le conseguenze di anni e anni di cattiva gestione e di  problemi molto spesso ignorati. Per quanto non sia una patriota, quindi, voglio rendere un piccolo omaggio a chi ha reso grande l'Italia e a chi ancora lavora per far sì che torni allo splendore che merita e che troppo spesso è oscurato da aspetti intricati della nostra attualità. Vi propongo perciò l'ascolto di questa bellissima canzone di Francesco De Gregori, uno dei più significativi cantautori italiani, e la visione di questo video semplice ma efficace che potrà aiutarvi a comprenderne meglio il significato, sul quale, comunque, ci soffermeremo in seguito. Intanto non mi resta che augurarvi buona visione e buon ascolto!!

VIVA LITALIA




Cerchiamo, ora, di avvicinarci meglio al testo e lo facciamo attraverso diverse tipologie di esercizi.

Clicca sui seguenti links e rispondi alle domande:



Le immagini contenute in questo video rappresentano alcune tappe cruciali nella storia recente dell'Italia (si fa riferimento ad esempio al fascismo, alla resistenza, alla strage di Piazza fontana il 12 Dicembre 1969) e i personaggi principali che ne sono stati protagonisti o che in qualche modo possono essere collegati alle parole del testo. Proviamo a capire di chi si tratta attraverso il contributo di tutti!! Inserite un commento a questo video e indicate quali eventi o personaggi conoscete e cosa sapete di loro. Avremo modo così di verificare le nostre conoscenze e di arricchirle attraverso gli interventi degli altri!! Buon lavoro!!