La lingua italiana per comunicare, conoscere e riflettere!!



domenica 30 marzo 2014

Le invenzioni Italiane


Ciao a tutti!!

Questa unità di apprendimento è stata creata per una ricerca riguardante lo studio dell'Italiano come lingua straniera da parte di apprendenti plurilingui, cioè studenti che conoscono già almeno un'altra lingua straniera. La ricerca si propone di verificare se e in che modo le conoscenze linguistiche pregresse influenzano l'apprendimento dell'Italiano, per migliorare e rendere più efficaci le metodologie didattiche utilizzate nell'insegnamento.

Per prima cosa vi chiedo, gentilmente, di compilare il seguente modulo, necessario per poter definire correttamente il vostro background linguistico dal quale partire con la nostra analisi.
Cliccate sul seguente link e dopo aver risposto alle domande inviate il vostro modulo:

Modulo Studente

N.B. Conservate il numero-studente che vi assegnerà la vostra docente. Dal momento che tutti gli esercizi saranno svolti in forma anonima, vi chiederò ogni volta di indicarlo per poter associare le attività che svolgerete al vostro profilo linguistico.

Grazie per la collaborazione!!


E adesso si inizia con le invenzioni italiane!

Motivazione e Globalità: Quali invenzioni fatte da personaggi italiani conoscete? Guardate questo video e cercate di memorizzare (anche con l'aiuto di appunti) il maggiorn numero di informazioni. Se volete potete utilizzare una tabella di questo tipo:

Anno Invenzione
Nome inventore
Invenzione/Scoperta














Osservando le informazioni che avete raccolto provate a creare mentalmente delle frasi usando il passato remoto secondo il seguente modello:

“Nell'anno ........., l'inventore ................... creò/inventò/scoprì .........”

Analisi: Per conoscere più da vicino uno dei grandi inventori italiani, Alessandro Volta e l'invenzione della pila, cliccate sul seguente link e completate la frasi.

Alessandro Volta e la pila

Leggete ora la seguente intervista immaginaria per avvicinarvi ancora di più a questo grande scienziato. Usate il dizionario per cercare il significato delle parole che non conoscete:

Dottor Volta, è un vero onore poterla intervistare. Purtroppo la storia, a volte, non rende il giusto merito alla grandezza dei nostri scienziati...
Tanta gente dà più importanza alla gloria che alle opere compiute, ma io sono convinto che la soddisfazione più grande sia vedere ancora oggi, a distanza di tanti anni, come le proprie scoperte abbiano cambiato e migliorato la vita del genere umano.

Forse proprio l'importanza della sua più grande scoperta, quella della pila, ha sminuito le sue scoperte "minori". Lei, che le conosce nei minimi dettagli, preferirebbe metterne in luce una in particolare?
No, per me sono tutte ugualmente importanti perché ancora oggi mi ricordano la passione e tutto l'entusiasmo che io e gli studiosi del tempo ci mettemmo per realizzarle.

A proposito di studiosi del tempo, come ricorda oggi la sua disputa con Luigi Galvani sull'"elettricità animale"? In fondo è stata proprio questa discussione che le permise di scoprire la pila, o sbaglio?
No, non sbaglia. All'inizio anche io credevo nella sua teoria, ma lui insegnava di anatomia, io ero un fisico. Probabilmente fu proprio questo che mi permise di cogliere un dettaglio che a lui era sfuggito, cioè che l'elettricità non era nell'animale, ma nel metallo. Per confermare la mia intuizione, però, dovetti proseguire quelle ricerche che mi portarono, poi, a scoprire la pila.

Anche lo studioso Gattoni ebbe una grande importanza nella sua carriera, dato che le diede la possibilità di utilizzare il suo laboratorio. Chi tra i due sente di dover ringraziare di più? 
Senza dubbio Gattoni. Lui, mio grande amico d'infanzia, dimostrò sempre un'incredibile generosità nei miei confronti senza la quale probabilmente non avrei potuto realizzare gran parte delle mie scoperte. 

Sui libri lei viene descritto come un uomo che nella vita ha avuto tutto: una carriera eccezionale, grandi riconoscimenti ufficiali, una vita familiare felice. In realtà le è mancato qualcosa o la sua vita è stata davvero così perfetta?
Credo di potermi definire davvero un uomo fortunato, ma penso che nessuno scienziato, e in realtà nessun uomo, possa mai alla fine considerarsi davvero appagato. Nonostante la perfezione della mia vita mi sono mancate molte cose: la legge che non sono riuscito a definire, la scoperta che non ho avuto il tempo di realizzare, l'esperimento che non ho potuto compiere. Non si può mai colmare completamente la sete di conoscenza, perché è tutto ciò dà un vero senso alla nostra esistenza.

Ora rileggete il testo e concentrate la vostra attenzione su tutti i verbi di modo finito. Individuate i soggetti relativi e completate quindi la seguente attività:


Sintesi: Adesso che vi siete confrontati con il passato remoto e gli usi dei pronomi personali soggetto, non vi resta che esercitarvi con la seguente attività:


Riflessione: Ora provate a fare una riflessione più ampia sui pronomi personali soggetto, confrontando tre lingue: lo spagnolo, l'italiano e l'inglese. Se non conoscete l'inglese potete non fare questo esercizio:

Spagnolo- Inglese- Italiano

Verifica e controllo: E adesso è il momento di mettervi alla prova attraverso le seguenti attività:

Pronomi personali

Passato remoto
Il futuro che verrà

Con questa unità vi propongo di ripetere la formazione e gli usi del futuro anteriore e l'uso della preposizione "a" in italiano, provando a fare delle previsioni sul futuro del nostro pianeta e della nostra vita. 

Globalità e Motivazione: Come sarà la vita nel prossimi anni? Come cambierà la terra e la vita dell'uomo? Guardando le seguenti immagini, provate a fare delle supposizioni usando il futuro anteriore Ex: "Entro il 2050 la terra sarà scomparsa":


Immagine n.1- I ghiacciai
Immagine n.2 - Il sole

Immagine n.3 - La temperatura

Immagine n.4 - Nuovo oceano

Immagine n.5 - Asteroide

Immagine n.6 - Chernobyl

Immagine n. 7 - Le cascate del Niagara
Verificate le vostre supposizioni attarverso la seguente attività:


Analisi: Adesso provate a fare delle previsioni sul vostro futuro personale. Individualmente unite i verbi inseriti nella prima colonna con i complementi nella seconda per formulare delle domande con il futuro anteriore, inserendo dove necessario la preposizione "a" (Ex: Secondo te a che età avrai finito il giro del mondo?):


1)      Comprare
2)      Avere
3)      Prendere
4)   Provare
5)      Diventare
6)   Riuscire
7)      Continuare
8)      Viaggiare
9)   Decidersi
10) Incominciare
1)      Una persona in carriera
2)    Fare delle esperienze straordinarie       
3)      Sposare il proprio partner
4)    Capire il senso della vita
5)      Intorno al mondo
6)      Essere sempre me stesso
7)    Raggiungere i propri obiettivi
8)    Un figlio
9)    Casa
10)  Un animale domestico

Svolgete adesso la seguente attvità:


E adesso provate a leggere come Annamaria a 6 anni immagina il suo futuro. Come vedrete i verbi del testo sono tutti all'infinito, dovrete scgliere se coniugarli al futuro anteriore o al futuro semplice inserendoli negli spazi indicati dalle lettere: (a), (b), ecc, ed inoltre dovrete inserire dove necessario la preposizione "a" negli spazi numerati (1), (2), ecc :


Sintesi: Ora vi chiedo di riflettere sugli usi del futuro anteriore che sono emersi finora dalle precenti attività, sulla sua formazione attraverso le seguenti proposte e sulla preposizione "a":


La preposizione "a"

Riflessione: Adesso proviamo a fare una riflessione più ampia riguardo all'uso della preposizione "a" che tenga conto anche delle altre vostre conoscenze linguistiche:

Spagnolo- Inglese - Italiano

Verifica e controllo:  E adesso verifichiamo quello che sappiamo attraverso le seguenti attività:

Vita di Eduardo




lunedì 22 ottobre 2012

Salento, la terra del Sole, del Mare e del Vento!!


Otranto
Sì, lo ammetto, forse in questo post non potrò essere molto oggettiva visto che si parla della mia terra d'origine, ma concedetemi di dire che è davvero un posto meraviglioso!! Chiunque ci va in vacanza non vede l'ora di ritornarci e resta ammaliato dalla bellezza del suo mare, della sua spiaggia, della sua arte, dei suoi sapori e delle sue tradizioni. Il Salento è uno dei pochi posti in Italia in cui il sole sorge "dal mare" e tramonta "in mare", e inoltre, dal momento che Otranto è il punto più ad est dell'Italia, questa città è il luogo dove il sole sorge prima in assoluto (sì, è vero si tratta di una manciata di secondi, ma insomma anche questo ha il suo fascino, no?). Otranto si affaccia sul mare Adriatico ed è una delle mete più caratteristiche della costa orientale, per la bellezza delle sue spiagge e dei suoi paesaggi, ma anche per l'arte e i suoi monumenti. C'è il castello Aragonese, dal quale ci si difendeva quando i turchi attaccavano dal mare, che adesso è diventato un luogo molto suggestivo in cui si organizzano mostre ed eventi culturali.
Gallipoli
Sulla costa occidentale, quella bagnata dal Mar Ionio, troviamo tra le altre bellissime località, Gallipoli, una città molto affascinante, che presenta una parte "vecchia", quella storica, in cui si trovano bellissime chiese e che sembra quasi un isolotto collegato alla città "nuova" da un ponte e un piccolo pezzo di terra. Anche Gallipoli d'estate si riempie di vita e grazie alle sue baie e discoteche è meta ambita soprattutto per i turisti giovani.

Santa Maria di Leuca
Ma uno dei posti più caratteristici del Salento è senz'altro Santa Maria di Leuca, il punto più a sud del tacco italiano, dove i due mari si incontrano e dove è possibile visitare numerose grotte naturali e godere di paesaggi mozzafiato. 
Lecce
Gran parte del territorio salentino è in provincia di Lecce. Il capoluogo di provincia si trova più a nord ed è una città tutto sommato vivibile, non eccessivamente grande nè troppo caotica. Anche qui è possibile ammirare meravigliosi esempi di arte barocca, un antico anfiteatro romano e delle bellissime piazze.

Forse sarò anche di parte...ma è davvero una terra che resta nel cuore!!!



Tra le varie tradizioni del Salento una delle più note è la "pizzica", un ballo tradizionale che è tuttora studiato da molti antropologi e che ultimamente sta tornando molto di moda. Guarda questo video per vedere come si balla e per ascoltare il ritmo frenetico dei suoni che l'accompagnano:



Se vuoi approfondire la conoscenza di questa danza così particolare puoi visitare queso sito dulla taranta, scoprirai che si ricollega ad una tradizione ricca di simbolismo, mito e magia che ha radici profonde nell'identità e nella cultura di questa terra.

 E adesso mettiamoci alla prova:

-Clicca qui e prova a verificare la tua comprensione del post con la mappa interattiva del Salento!!

-Nel corso di questa unità didattica e grazie all'approfondimento di questo blog abbiamo scoperto parole nuove, proviamo a ricordarle con questo cruciverba.

mercoledì 17 ottobre 2012

Lavoriamo con le metafore e il linguaggio figurato

La "metafora" è una figura retorica utilizzata per rendere un certo concetto attraverso un'immagine in cui il vero significato non è quello "letterale" ma è realizzato dalla sua carica espressiva. Ad esempio, è una metafora l'espressione "Sei una volpe" in cui si paragona l'interlocutore ad una volpe per evidenziare che possiede determinate caratteristiche che sono proprie di questo animale, come ad esempio la sua furbizia. Si definisce spesso la metafora come una similitudine abbreviata. Se avessimo voluto esprimere lo stesso concetto dell'esempio precedente attraverso una similitudine avremmo infatti dovuto dire: "Sei furbo come una volpe". Tuttavia bisogna notare che il significato espresso da una metafora è più forte di quello espresso da una similitudine dal momento che nel secondo caso si ha un paragone, nel primo una vera e propria identificazione.

Per esercitarci con le metafore, ascoltiamo una canzone di uno dei più grandi cantautori della canzone italiana, Fabrizio de Andrè, un maestro nell'arte della parola che ha messo in musica vere e proprie poesie. La canzone che vi propongo è "Fiume Sand Creek", che narra il triste massacro di una tribù di indiani da parte di un colonnello americano, insignito per questo ed altri "meriti" di varie onoreficienze venendo eletto poi al senato degli Stati Uniti.


Come potete notare, non è semplice comprendere il significato di questa canzone solo attraverso l'ascolto, proprio perché il linguaggio usato è altamento figurato. Vi riporto quindi il testo completo della canzone, sul quale lavoreremo per capire meglio il contenuto.

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini giocano nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek


Cerchiamo di comprendere meglio il significato attraverso i seguenti esercizi:


martedì 16 ottobre 2012

La strada che non andava in nessun posto

Voglio adesso proporvi delle attività basate su questa bellissima favola scritta da Gianni Rodari e contenuta nella sua opera "Favole al telefono". Pur essendo un testo rivolto principalmente a un pubblico di bambini, gli adulti, leggendola, possono cogliere il suo significato profondo sul quale poi faremo le nostre considerazioni personali. Intanto vi riporto il testo e vi auguro buona lettura!!

All'uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto. 
Martino lo sapeva perché l'aveva chiesto un po' a tutti e da tutti aveva avuto la stessa risposta:
  -Quella strada lì? Non va in nessun posto, è inutile camminarci.
  -E fin dove arriva?
  -Non arriva da nessuna parte.
  -Ma allora perché l'hanno fatta?
  -Non l'ha fatta nessuno, è sempre stata lì.
  -Ma nessuno è mai andato a vedere?
  -Sei una bella testa dura: se ti diciamo che non c'è niente da vedere...
  -Non potete saperlo, se non ci siete stati mai.
 Era così ostinato che cominciarono a chiamarlo Martino Testadura, ma lui non se la prendeva e continuava a pensare alla strada che non andava in nessun posto. 
Quando fu abbastanza grande da attraversare la strada senza dare la mano al nonno, una mattina si alzò per tempo, uscì dal paese e senza esitare imboccò la strada misteriosa e andò sempre avanti. Il fondo era pieno di erbacce, ma per fortuna non pioveva da un pezzo, così non c'erano pozzanghere. A destra e a sinistra si allungava una siepe, ma ben presto cominciarono i boschi. I rami degli alberi si intrecciavano al di sopra della strada e formavano una galleria oscura e fresca, nella quale penetrava solo qua e là qualche raggio di sole a far da fanale. 
Cammina e cammina, la galleria non finiva mai, la strada non finiva mai, a Martino dolevano i piedi,e già cominciava a pensare che avrebbe fatto bene a tornarsene indietro quando vide un cane.
"Dove c'è un cane c'è una casa - rifletté Martino, - o per lo meno un uomo".
Il cane gli corse incontro scodinzolando e gli leccò le mani, poi si avviò lungo la strada e ad ogni passo si voltava per controllare se Martino lo seguiva ancora.
- Vengo, vengo, - diceva Martino, incuriosito. Finalmente il bosco cominciò a diradarsi, in alto riapparve il cielo e la strada terminò sulla soglia di un grande cancello di ferro.
Attraverso le sbarre Martino vide un castello con tutte le porte e le finestre spalancate, e il fumo usciva da tutti i comignoli, e da un balcone una bellissima signora salutava con la mano e gridava allegramente:
- Avanti, avanti, Martino Testadura!
- Toh, -si rallegrò Martino, -io non sapevo che sarei arrivato, ma lei sì.

Spinse il cancello, attraversò il parco ed entrò nel salone del castello in tempo per fare l'inchino alla bella signora che scendeva dallo scalone. Era bella, e vestita anche meglio delle fate e delle principesse, e in più era proprio allegra e rideva:
- Allora non ci hai creduto.
- A che cosa?
- Alla storia della strada che non andava in nessun posto.
- Era troppo stupida. E secondo me ci sono anche più posti che strade. 
- Certo, basta aver voglia di muoversi. Ora vieni, ti farò visitare il castello.


C'erano più di cento saloni, zeppi di tesori d'ogni genere, come quei castelli delle favole dove dormono le belle addormentate o dove gli orchi ammassano le loro ricchezze. C'erano  diamanti, pietre preziose, oro, argento, e ogni  momento la bella signora diceva: 
- Prendi quello che vuoi. Ti presterò un carretto per portare il peso.
Figuratevi se Martino si fece pregare. Il carretto era ben pieno quando egli ripartì. A cassetta sedeva il cane, che era un cane ammaestrato e sapeva reggere le briglie e abbaiare ai cavalli quando sonnecchiavano e uscivano di strada.
In paese, dove l'avevano già dato per morto, Martino Testadura fu accolto con grande sorpresa. Il cane scaricò in piazza tutti i suoi tesori, dimenò due volte la coda in segno di saluto, rimontò a cassetta e via, in una nuvola di polvere. Martino fece regali a tutti, amici e nemici, e dovette raccontare cento volte la sua avventura, e ogni volta che finiva qualcuno correva a casa a prendere carretto e cavallo e si precipitava giù per la strada che non andava in nessun posto.
Ma quella sera stessa tornarono uno dopo l'altro, con la faccia lunga così per il dispetto: la strada, per loro, finiva in mezzo al bosco, contro un fitto muro d'alberi, in un mare di spine. Non c'era più né cancello, né castello, né bella signora. Perché certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova, e il primo era stato Martino Testadura.


Ed ora mettiamoci a lavoro per riflettere su ciò che abbiamo letto:

Morale della favola

Ricostruiamo la storia

Invito alla lettura 
 

lunedì 15 ottobre 2012

Perché l'Italia è molto più che spaghetti, pizza e mandolino...



Quale modo migliore di aprire il blog sulla lingua del sole se non parlando della terra del sole? ;-) Il nostro "Bel Paese" purtroppo sta vivendo un momento difficile e sta pagando le conseguenze di anni e anni di cattiva gestione e di  problemi molto spesso ignorati. Per quanto non sia una patriota, quindi, voglio rendere un piccolo omaggio a chi ha reso grande l'Italia e a chi ancora lavora per far sì che torni allo splendore che merita e che troppo spesso è oscurato da aspetti intricati della nostra attualità. Vi propongo perciò l'ascolto di questa bellissima canzone di Francesco De Gregori, uno dei più significativi cantautori italiani, e la visione di questo video semplice ma efficace che potrà aiutarvi a comprenderne meglio il significato, sul quale, comunque, ci soffermeremo in seguito. Intanto non mi resta che augurarvi buona visione e buon ascolto!!

VIVA LITALIA




Cerchiamo, ora, di avvicinarci meglio al testo e lo facciamo attraverso diverse tipologie di esercizi.

Clicca sui seguenti links e rispondi alle domande:



Le immagini contenute in questo video rappresentano alcune tappe cruciali nella storia recente dell'Italia (si fa riferimento ad esempio al fascismo, alla resistenza, alla strage di Piazza fontana il 12 Dicembre 1969) e i personaggi principali che ne sono stati protagonisti o che in qualche modo possono essere collegati alle parole del testo. Proviamo a capire di chi si tratta attraverso il contributo di tutti!! Inserite un commento a questo video e indicate quali eventi o personaggi conoscete e cosa sapete di loro. Avremo modo così di verificare le nostre conoscenze e di arricchirle attraverso gli interventi degli altri!! Buon lavoro!!